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PICCOLI SCHIAVI
INVISIBILI

LA PUNTA DELL’ICEBERG
I minorenni accolti nel sistema di protezione antitratta

In occasione della Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani, Save the Children pubblica la XIV edizione del Dossier “Piccoli Schiavi Invisibili” che fornisce una sintesi dei recenti sviluppi relativi al fenomeno della tratta e dello sfruttamento a livello nazionale, europeo e internazionale.

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Proprietà artistica e letteraria riservata ©Save the Children
A cura di: Michela Lonardi
Foto di copertina: Gianfranco Ferraro
Pubblicato da Save the Children, Luglio 2024

LA TRATTA LA TRATTA E LO SFRUTTAMENTO DI ESSERI UMANI

Nel mondo

Non è semplice identificare le persone vittime di tratta e sfruttamento, che spesso sono costrette alla marginalizzazione e all’isolamento dalle reti criminali o dai singoli trafficanti e sfruttatori, e questo è ancora più complesso quando le vittime sono minori.

I dati più recenti riportati dal Global Estimates of modern slavery sono relativi al 2021, anno in cui si stima che circa 50 milioni di persone siano state vittime di varie forme di schiavitù moderna, di cui oltre 12 milioni i minorenni, soprattutto nelle forme di lavoro forzato – che comprende quelle ai fini di sfruttamento sessuale, lavorativo e attività illecite - e matrimoni forzati, con un trend in crescita.

Tra i minori, 3,3 milioni sono coinvolti nel lavoro forzato, in prevalenza per sfruttamento sessuale (1,69 milioni) o per sfruttamento lavorativo (1,31 milioni) - in ambiti quali lavoro domestico, agricoltura, manifattura, edilizia, accattonaggio o attività illecite - mentre 320mila risultano sottoposti a lavoro forzato da parte degli Stati, come detenuti, dissidenti politici, o appartenenti a minoranze etniche o religiose perseguitate. I minorenni vittime di matrimoni forzati sono 9 milioni.

Nel 2020, l’anno della pandemia, secondo i dati diffusi dall’UNODC, a livello globale sono state identificate 53.800 vittime di tratta e sfruttamento; tra quelle per cui è stato possibile stabilire genere ed età, il 35% è costituito da minorenni (18% femmine e 17% maschi).

Secondo i dati del Counter Trafficking Data Collaborative, considerando un lasso di tempo più ampio, che va dal 2011 al 2021, complessivamente, poco più di un quarto (26,2%) delle vittime identificate sono bambine, bambini o adolescenti. La fascia di età in cui si stima il maggior numero di vittime è quella compresa tra i 9 e i 17 anni (21,8%).

Abdoulaye*, 16, guineano, fuggito da maltrattamenti e vessazioni da parte degli adulti di riferimento. Convinto da un amico a inseguire il sogno di studiare e diventare calciatore in Europa, lascia il suo Paese passando dal Mali, attraversa il deserto, arriva in Algeria, dove subisce torture, violenze e abusi da parte di uomini in divisa. Anche in Europa cade nella rete di un trafficante, che lo spinge ad andare in Francia, ma alla frontiera viene bloccato e rispedito in Italia con un documento attestante la maggiore età. Oggi è in Italia, in un centro per minori e ha iniziato a studiare.

In Europa

In Europa, tra il 2017 e il 2021, sono state circa 29.000 le vittime sfruttate registrate nel database del Counter Trafficking Data Collaborative. Nella maggior parte dei casi (53%), lo sfruttamento è di tipo lavorativo, nel 43% dei casi sessuale, mentre il restante 4% riguarda altre forme, come lo svolgimento di attività illecite o l’accattonaggio. La maggior parte delle vittime ha più di 18 anni, mentre i minori costituiscono il 16% di quelle identificate.

Se si esclude la fascia di età tra gli 0 e gli 11 anni, dove le vittime sono in egual misura di sesso femminile e maschile, tra i minorenni vittime di tratta e sfruttamento la maggioranza è composta da bambine e ragazze, che costituiscono il 61% delle vittime tra i 12 e i 14 anni e il 77% di quelle tra 15 e 17 anni.

I mezzi utilizzati dai trafficanti per controllare le proprie vittime sono di diverso tipo, ma quelli maggiormente utilizzati nei confronti di bambine, bambini e adolescenti sono l’abuso psicologico, fisico e sessuale.

I dati del Numero Verde Antitratta

In Italia dal 1° gennaio al 31 maggio 2024 il Numero Verde Nazionale in Aiuto alle Vittime di Tratta e/o Grave Sfruttamento ha svolto 1150 nuove valutazioni con potenziali vittime di tratta, di cui il 58,5% è di genere femminile, il 39,2% di genere maschile e il 2,3% sono persone transgender. Sebbene i flussi migratori dalla Nigeria abbiano subito un forte calo, la nazionalità nigeriana si conferma sul territorio italiano la principale per numero di nuove valutazioni (25,2%), seguita da quella ivoriana (13,6%) e marocchina (11,2%).

Precious*, 19 anni, nigeriana, è fuggita da un matrimonio forzato cui era destinata per ripagare un debito, violentata e chiusa in una stanza per molto tempo da un uomo molto più grande di lei. Appena le è stato prospettato di andare in Europa per studiare si è detta: “Va bene, ci andrò. Non voglio sposare questo vecchio. Qualsiasi cosa mi faccia evitare di sposarlo e di rimanere in questo posto, in Nigeria, va bene”. Tramite una donna, conosce chi l’aiuta ad arrivare in Libia, dove però si ritrova in mezzo a tanti uomini e apprende l’amara verità di essere lì per essere forzata alla prostituzione.

I minorenni valutati in questi primi cinque mesi del 2024 sono stati 62, il 5,4% del totale, di cui il 62,7% di genere maschile e il 37,3% femminile. L’81,3% dei minori valutati è nella fascia 16-18 anni e proviene da Tunisia (19,4%), Bangladesh e Pakistan (11,3%), Costa d’Avorio (12,9%), Nigeria (9,7%), Egitto (8,1%), Sierra Leone e Guinea (6,5%), Gambia (4,8%).

Nello stesso periodo, i servizi anti-tratta hanno preso in carico 320 vittime, di cui il 55,3% femmine, il 40,3% maschi e il 4,4% persone transgender. Gli ambiti di sfruttamento sono quello lavorativo per il 33,1% dei casi, sessuale per il 25% e i matrimoni forzati per il 3,4%.

I minorenni presi in carico sono 14, di questi 9 i ragazzi e 5 le ragazze; 25 inoltre stanno ancora attraversando una fase di valutazione del caso.

Le agenzie dell’ONU ILO e OIM sottolineano il nesso tra flussi migratori, mancanza di canali migratori sicuri e regolari e tratta di persone. La mancanza di canali di accesso sicuri e regolari realmente accessibili crea il presupposto affinché le persone migranti ricorrano ai trafficanti per attraversare le frontiere transnazionali, esponendosi al pericolo di essere intercettate anche dalle organizzazioni criminali internazionali legate alla tratta di esseri umani. In questi casi, la tratta di persone e il traffico di migranti si intersecano e la persona migrante, trovandosi in una particolare situazione di vulnerabilità, risulta esposta al rischio di varie forme di sfruttamento nei Paesi di transito e di arrivo.