La scuola in Italia è attraversata da profonde diseguaglianze nell'offerta dei servizi educativi, che compongono i percorsi di crescita di bambini, bambine e adolescenti. Con il rapporto "Scuole Disuguali. Gli interventi del PNRR su mense, tempo pieno e palestre" Savethe Children analizza se e in quale misura gli interventi già avviati possano contribuire a ridurre i divari esistenti.
Leggi il rapporto
Proprietà artistica e letteraria riservata ©Save the Children
A cura di: Michela Lonardi
Foto di copertina: Francesco Alesi per Save The Children
Pubblicato da Save the Children, Settembre 2024
La povertà educativa è un fenomeno diffuso nel nostro Paese che priva i bambini, le bambine e gli
adolescenti delle opportunità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità,
talenti e aspirazioni.
Un indicatore chiave della povertà educativa è quello della dispersione scolastica: secondo i dati di
Eurostat, nel 2023 in Italia, nonostante il trend in diminuzione, un giovane di età compresa tra i 18 e i 24
anni su dieci (10,5%) ha abbandonato prematuramente gli studi, un tasso tra i più alti d’Europa.
I dati Istat mostrano divari territoriali ancora molto ampi tra le regioni italiane. In particolare
quelle del Mezzogiorno conoscono livelli di dispersione scolastica tra i più alti in Italia e nel
contesto europeo. Nel 2023, la Sardegna ha registrato un tasso di Early School Leavers del
17,3%, la Sicilia del 17,1% e la Campania del 16%.
Secondo le previsioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze, il tasso di uscita precoce dal
sistema di istruzione e formazione subirà un leggero aumento nel 2024 e una successiva
diminuzione per raggiungere quota 10,2% nel 2027, ancora lontano dal traguardo per il 2030
stabilito dalla Commissione Europea (9%).
Per quanto riguarda la dispersione scolastica implicita, i dati INVALSI mostrano un
miglioramento nel 2024, quando si è raggiunto il valore più basso dal 2019, con un tasso medio
che scende al 6,6. Tuttavia, le disuguaglianze territoriali persistono e in due regioni,
Campania e Sardegna, la percentuale di studenti e studentesse in condizione di dispersione
scolastica implicita al termine del secondo ciclo d’istruzione resta sopra il 10%.
Nel contrasto alla povertà educativa e alla dispersione scolastica, la mensa rappresenta un
servizio essenziale per ridurre efficacemente i divari negli apprendimenti e nelle opportunità
educative, garantendo occasioni di socialità, un’alimentazione sana e l’estensione del tempo
pieno.
Dai dati relativi all’a.s. 2021-22 pubblicati dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, risultano
forti disparità territoriali nella presenza di mense a scuola: soltanto il 36,9% degli alunni e delle
alunne delle scuole primarie e secondarie di I grado statali hanno accesso al servizio mensa (il
55,2% nella scuola primaria e il 10,5% nella secondaria).
Le province con percentuali superiori al 50% di accesso al servizio da parte degli alunni della
scuola primaria e secondaria di I grado si concentrano nelle regioni del Centro e del Nord Italia,
mentre le province delle regioni meridionali in larga parte vedono percentuali inferiori alla
media nazionale.
Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito per l’a.s. 2021-22, anche le differenze
territoriali in termini di tempo pieno o prolungato sono particolarmente marcate. Solo poco più
di un quarto (il 28,1%) delle classi della scuola statale primaria e secondaria di I grado offrono il
tempo prolungato. Il tempo pieno (40 ore a settimana) viene offerto solo alla scuola primaria in
meno di 2 casi su 5 (38%).
L’attività sportiva rappresenta non solo un'opportunità per lo svago, il benessere fisico e lo
sviluppo socio-emotivo di bambini, bambine e adolescenti, ma anche un elemento
fondamentale per rafforzare l’apprendimento. Tuttavia, in Italia, meno della metà (il 46,4%)
delle scuole statali primarie e secondarie (I o II grado) sono dotate di una palestra: il 41,5%
delle scuole primarie, il 53,2% delle secondarie di primo grado e il 48,1% delle scuole
secondarie di secondo grado.
Le disuguaglianze territoriali sono particolarmente marcate: tra le 9 province dove la
percentuale di scuole primarie e secondarie di I o II grado provviste di palestre è uguale o
inferiore al 30%, ben 7 si trovano nelle regioni del Sud e delle Isole. Molte province del Centro
e del Nord rilevano percentuali di presenza di palestre superiori al 60%.
La missione del PNRR 4C1 Inv. 1.2 ha l’obiettivo di costruire, ampliare, ristrutturare,
riqualificare o riconvertire circa 1.000 strutture per il servizio di refezione scolastica entro il
secondo trimestre del 2026.
Dall’analisi svolta sui 975 interventi avviati presenti a giugno 2024 nel ReGIS risulta allocato
alle regioni del Mezzogiorno il 38,1% delle risorse, sebbene queste risorse finanzino circa il
50% del totale dei progetti.
Le sei province con percentuali di alunni che usufruiscono della mensa inferiori al 10%, ovvero
Agrigento, Foggia, Catania, Palermo, Siracusa e Ragusa, presentano una densità progettuale di
2,1 interventi ogni 10.000 studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado.
Le sei province, invece, dove più del 65% di alunni vanno a mensa, vale a dire Trento, Biella,
Monza e della Brianza, Verbano-Cusio-Ossola, Udine e Milano, beneficiano di un
finanziamento maggiore per una media simile di interventi (1,8 ogni 10.000 studenti). Il
miglioramento in termini di offerta rischia dunque di creare un impatto disomogeneo nella
riduzione delle disuguaglianze territoriali.
Con la missione 4C1 Inv. 1.3 del PNRR, il nostro Paese intende realizzare o riqualificare circa
400 palestre scolastiche, entro giugno 2026. A giugno 2024, il ReGIS conteneva 433 interventi
avviati, di cui il 62,8% avviato nelle regioni del Mezzogiorno, assorbendo il 52,7% delle risorse
complessive.
La distribuzione delle risorse e degli interventi per le palestre pare favorire maggiormente le
province più svantaggiate in termini di presenza di infrastrutture sportive a scuola.
Le province con una percentuale di scuole con la palestra inferiore o uguale al 30% - ovvero
Messina, Reggio Emilia, Ferrara, Palermo, Crotone, Catanzaro, Cosenza, Catania e Vibo
Valentia - hanno ricevuto infatti circa 51 milioni 330 mila euro per 72 progetti, ovvero 3
interventi ogni 100 scuole. Di converso, i finanziamenti canalizzati verso le province con
percentuali di copertura delle palestre uguali o superiori al 65%, ovvero Prato,
Barletta-Andria-Trani, Firenze, Savona, Genova, Lecce, Grosseto, Taranto e Siena, sono in totale
circa 17 milioni 600 mila per 21 progetti, vale a dire 1,3 interventi ogni 100 scuole.
Andando però ad analizzare i dati nel dettaglio, emerge anche in questo caso un’erogazione
eterogenea delle risorse tra le province.
È fondamentale integrare le risorse del PNRR con altri investimenti per garantire Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) che assicurino eque opportunità educative, a partire dall’accesso alla mensa scolastica e al tempo pieno nella scuola primaria, con la gratuità del servizio ai bambini in condizioni di povertà. Al contempo, è importante favorire la presenza di palestre scolastiche su tutto il territorio nazionale, a partire dalle aree del Paese dove la scuola rappresenta spesso l’unica opportunità per bambini, bambine e adolescenti di praticare attività sportiva.